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Cosa sta accadendo nei diesse bolognesi, partito che vive una perenne transizione identitaria, condizione originale che ne esplicita forza e debolezza? E cosa passa in quei partiti, associazioni, interessi, movimenti e cerchie culturali che insieme con gli eredi del glorioso Pci costituiscono il milieu di quella che qui è definita "città trans-comunista"? Una città nella città, ma capace di trascendere la specificità locale in una più vasta rete di implicazioni. Politiche, sociali, psicologiche. Il biennio che va dalla riconquista di Bologna da parte di Cofferati all'avvio del governo Prodi è preso a pretesto per indagare fatti, situazioni, personaggi, lacerazioni, paradossi, opportunità; andando avanti e indietro nel tempo, cercando tramature connettive e sintomi allusivi di nevrosi profonde. Lo stile è quello del racconto di viaggio: viaggio nella metropoli rossa verso la quale l'autore si pone come analista, ma della quale è anche partecipe come residente, con tutte le inevitabili commistioni: analisi che sfumano in ricordi personali, aneddoti, esperienze, simpatie, frustrazioni e qualche antipatia. Il racconto di viaggio, va da sé, non ha tesi. Mette insieme tasselli, avanza qualche ipotesi ed è soprattutto esercizio di igiene esistenziale per il viaggiatore.